Azzurrina - Rocca di Montebello

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polveron
view post Posted on 6/1/2015, 17:26




Come oramai molti di voi sapranno nell'ottobre del 2011 ho avuto la fortuna, durante un sopralluogo al Castello di Montebello assieme al mio gruppo di ricerca, l'XBI Paranormal Investigations, di ottenere due scatti fotografici in cui sembra esserci raffigurata una figura di bambina...le foto stanno facendo il giro del mondo...ripotto qui di seguito un articolo pubblicato dal sito Extremamente e un servizio tv.


"“Questo è proprio il luogo nel quale è comparsa l’immagine. Nel primo scatto sembrava sospesa per aria, nel secondo invece era a terra: aveva l’altezza di una bambina di 7-8 anni, non di più”. Con le mani, Daniele Gullà indica la cassaforte rinascimentale appoggiata ad una parete del Castello di Montebello. Davanti a questo massiccio mobile antico, si è verificato un fenomeno difficile da spiegare razionalmente: l’apparizione di una sagoma incorporea dall’aspetto umano.
Siamo a Torriana, sulle colline riminesi. Quassù si erge uno dei castelli medioevali meglio conservati d’Italia. Noto soprattutto per il fantasma che lo abiterebbe, quello di una sfortunata bimba albina vissuta nel XIV secolo: Guendalina, passata alla storia con il soprannome di Azzurrina. Secondo la leggenda, infatti, per mascherare i capelli innaturalmente bianchi- che la superstizione attribuiva all’opera del demonio- la madre usò una tintura artigianale colorandole di blu le chiome.
Il destino della piccola si concluse il 21 giugno del 1375 quando aveva appena 5 anni. In quel pomeriggio d’inizio estate, nel pieno di un temporale, Azzurrina giocava da sola. La sua palla scivolò lungo le scale, fino alle segrete del castello. Lei la rincorse, scese giù, per cercare di recuperarla. Ma il buio la inghiottì per sempre. Il suo corpo non fu mai ritrovato. Secoli dopo, si incominciò a parlare della presenza dell’anima di una bimba che ogni solstizio d’estate vagava per le stanze del maniero, invocando la mamma. Il fantasma di Azzurrina, appunto.
Negli ultimi anni, Daniele Gullà, insieme a diversi team di ricerca, ha investigato tra queste mura per verificare la fondatezza dei racconti popolari. L’anno scorso c’eravamo anche noi di Extremamente. Tra voci misteriose registrate nel silenzio della notte, strane manifestazioni energetiche e anomale forme antropomorfe, più volte è stato raccolto materiale interessante sottoposto poi ad analisi approfondite. Ma le ultime foto scattate lo scorso ottobre e presentate nei giorni scorsi alla stampa lasciano stupiti.
Nei due scatti, effettuati da un componente del gruppo di ricerca XBI, Alberto Campedelli, con una macchina compatta modificata per vedere anche gli ultravioletti e gli infrarossi, compare una figura chiaramente riconoscibile. È senza dubbio una bimba: si distinguono il volto delicato, i capelli sciolti sulle spalle, le maniche ampie del vestito dalla gonna lunga e gonfia. Un profilo netto e sinceramente incredibile: escludendo la beffa volontaria e la suggestione, che altra spiegazione rimane? Questa immagine lattiginosa, evanescente ed eterea può essere davvero uno spettro? È il fantasma della piccola scomparsa sette secoli fa?
Gullà- perito antropometrico per i tribunali ed esperto della trasmissione di Italia 1 ‘Mistero’- non si sbilancia, ma non nasconde neppure l’importanza di questa scoperta. “Nessuno può dire, ovviamente, chi sia. Ma si tratta di un’immagine molto particolare. Innanzi tutto perché è molto coerente nell’informazione: si vedono dettagli che permettono di datarla cronologicamente al ’300/’400. Non solo: gli scatti sono due, fatti uno dopo l’altro.
Nel primo, si vede una forma antropomorfica deformata spazialmente, mentre nel secondo la formazione è più naturale e mostra una bimba alta circa 60 centimetri, attorno ai 7 anni. È interessante poi vedere che la cromaticità e la porosità dell’immagine- quella sorta di nebbiolina che la circonda- fanno ipotizzare che la figura possa essere stata generata dai raggi luminosi.”
Questa infatti è la spiegazione di Gullà: si sarebbe verificata un’interferenza di tipo naturale, creata dai fasci di luce parallela che entravano dalla finestra con il riflesso della stessa luce sulla lente dell’obiettivo. “Questo riverbero ha consentito- non so per quale motivo, perché non conosciamo nulla di questi fenomeni- l’emergere di questa informazione”, afferma il ricercatore.
Come spiegare, però, la diversità di questa immagine, così nitida, rispetto alle altre che nel corso degli anni sono state riprese? Anch’esse antropomorfe, ma molto meno precise. Il perito espone la teoria al momento più accreditata dal punto di vista parapsicologico: “In questo luogo è la quarta volta che compare una forma che ricorda una bambina. Ogni volta appare un po’ differente, come se l’immagine proiettata dalla psiche umana fosse diversa, proprio perché ogni cervello ha una propria idea di come debba essere una bambina ”
Insomma: diverso fotografo, diverso modo di immaginare una bimba, diverso esito finale. Ma come è possibile che questa immagine immateriale sia rimasta ‘impressa’ in una macchina fotografica digitale? “Io non avanzo ipotesi- dice Daniele Gullà- stiamo semplicemente raccogliendo dati e sicuramente la ricerca continuerà.
Ultimamente abbiamo messo a punto una attrezzatura molto specifica e speciale, una macchina per vedere nel lontano invisibile. Si chiama Futura e avrà lo scopo di raccogliere dati in lunghezze d’onda che fino ad ora non era possibile esplorare con nessun altro strumento noto in commercio. Si apre una frontiera di ricerca tutta nuova.” "



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